Storie inventate e storie urgenti… una questione di impegno.

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Cerco un'immagine per dire che mi dispiace che se pubblico due righe e una fotografia che riguardano Veronica Colombo​ o Squadra Antimafia​ attiro l'attenzione e i 'like' di centinaia di persone e se pubblico due righe e una fotografia che riguardano la manifestazione di ieri per i rifugiati, attiro l'attenzione di una decina di persone (con cui ho per altro rapporti nella vita reale e che non ho bisogno di incontrare qui).

Questi esodi, questi viaggi, queste fughe, questi tentativi di sopravvivenza, non li scrive un bravo sceneggiatore, non sono messi in scena da attori e registi spendendo milioni e guadagnando milioni. Non promuovono sui loro canali prodotti di consumo.

Queste sono storie, di vite, vere. Che se uno si fermasse ad ascoltarle, a ragionarci anche solo per due ore a settimana (come si fa con le fiction predilette) si appassionerebbe davvero. E allora sposterebbe alla vita reale l'attenzione, aprendo un po' il cuore, e poi la porta di casa per uscire a dare una mano, per lasciar entrare questi personaggi che ne hanno da raccontare, molto più di una veronica colombo qualunque.

C'è un gruppo su Facebook, si chiama @welcome all roma. Vi prego di dare un'occhiata, potreste trovare sorprese interessanti e aderire!

12002403_10153585242926250_7358705459160869704_oPubblico qui il testo del volantino che veniva distribuito ieri alla Marcia degli Scalzi, a Roma. Grazie al Centro Amici del Baobab per l'impegno!

E' arrivato il momento di decidere da che parte stare.

Per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter fare delle scelte.

Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi.

Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.

E' difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo. Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un'altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro a una barca, a un tir, a un tunnel, e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.

Sono questi gli uomini scalzi del XXI secolo e noi stiamo con loro. Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.

Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.

Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.

Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

1.certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime i guerre, catastrofi e dittature

2.accoglienza degna e rispettosa per tutti

3.chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti

4.creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dubino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

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E' stato bello camminare a piedi nudi, aveva piovuto, la strada era pulita e umida. L'asfalto sotto ai piedi liberi quasi un sollievo. Camminare, ancora, insieme.