Cinque pezzi difficili è un libro da cercare, da cercare di capire, per capire o perdersi, o trovarsi o scoprire di non sapersi e allora curiosare e cercare ancora.
L'hanno scritto insieme Céline Menghi (che è mia madre!), Maria Rita Conrado, Beatrice Bosi e Monica Vacca. E prima c'è una introduzione di Giacomo Trinci (poeta magnifico amico) e infine una postfazione di Emilia Cece e in fondo un'intervista a Caroline Peyron (artista amica della vita le cui opere abitano i miei sogni).

Caroline Peyron, artista

Emilia Cece, psicoanalista e psichiatra

Beatrice Bosi, psicoterapeuta e psicoanalista

Monica Vacca, psicoterapeuta e psicoanalista
C'è scritto sotto al titolo Incontri con la psicoanalisi. Come di fronte a una fiera molti si spaventano, temono di esserne sbranati, qui al contrario ci si può avvicinare, e forse addomesticare. Ma chi addomestica chi? E poi, fiera, quale fiera? La fiera? O la fiera?
Belva feroce e festa di paese in questa scrittura aperta, libera, colta e coraggiosa.
Sono difficili sì, ma nessuno te ne chiede conto alla fine, se non la sensazione di aver attraversato qualcosa e di esserne stato attraversato, e allora forse ti viene voglia di avvicinarti ancora a quella belva fiera festa... e ricominciare, e perderti, e trovarti...
Intanto io, fiera di leggere ad alta voce qualche riga, per condividerla con voi subito. Dal primo capitolo, di Céline Menghi.
Da un altro capitolo, di Maria Rita Conrado
...amor mi mosse, che mi fa parlare. Dante, Inferno, I, 72
Così Beatrice Bosi apre il suo capitolo, l'ultimo del libro: La scrittura in analisi La scrittura di una lettera.
Lo leggo ora, scriverò ancora.
Valentina Carnelutti